Associare il nome dell’artista Paul Gauguin all’esotismo delle opere è inevitabile. Nato a Parigi il 7 giugno 1848, vive parte dell’infanzia in Perù: realtà talmente diversa da quella parigina che influenza la continua ricerca di suggestioni internazionali.
Il sogno selvaggio di Gauguin inizia a diciassette anni con alcuni viaggi per mare. Dal Sud America compie il giro del mondo e nonostante il ritorno in Francia lo indirizzi ad una vita borghese, non riesce ad acquietare il desiderio di libertà e ricerca di nuovi posti da cui lasciarsi ispirare, lontano dal conformismo occidentale. Risalgono al 1887 il viaggio con l’amico pittore Charles Laval verso l’isola Taboga (Panama) e il successivo spostamento presso l’Isola di Martinica, un luogo che affascina e cattura i due artisti più che mai; e al 1891 la partenza da Marsiglia per Tahiti (Polinesia), muovendosi tra Papeete, Pacca e Mataїca. Il magnetismo di questi luoghi è così forte che dopo il ritorno a Parigi nel 1893, raggiunge nuovamente Tahiti nel 1896 e nel 1901 le Isole Marchesi dove muore di sifilide l’8 maggio 1903.
Le tele di Gauguin, attraverso ampie pennellate piatte di colori primari e una resa simbolica e sintetica, ricreano realtà che spesso lui stesso descrive, come nella lettera inviata all’amico artista Émile Schuffenecker da Fort-de-France (Martinica).
«Siamo sistemati in una capanna ed è un paradiso a due passi dall’istmo. Davanti a noi il mare e alberi di cocco, sopra di noi alberi da frutta di ogni specie […] Una natura ricchissima, un clima caldo con frescure intermittenti».