
Quando a settembre ci lasceremo dopo una estate, nasconderemo in una capsula del tempo i luoghi che ci hanno unito. Chiuderemo in uno scrigno il nostro fermentare di corpi: il corteggiamento infantile e dolce, le passeggiate mano nella mano sul lungomare, le notti nascosti tra i lettini di uno stabilimento balneare chiuso e i minuti che abbiamo sottratto alle ore.
Nella capsula, abbiamo intrappolato il disco di debutto di French Kiwi Juice: appena la puntina accarezzerà il solco del vinile e l’aria si colorerà delle note new-soul di We Ain’t Feeling Time, ti terrò stretta a me, sussurrando nel tuo orecchio le forze delle ultime ore insieme.
Dalla nostra prima raccolta di luce, passeranno sessanta mesi: è questo il tempo che ci siamo promessi.
Avrò sempre in mente la mia prima estate, il sole che ci ha colorato dove si mostravano i nostri volti – il tempo restituisce sempre: è la regola di chi vuole brillare di luce propria.
“I never be losin’, I’ve won every time” (non ho mai perso, ho vinto ogni volta) ripeto a me stesso, proprio come French Kiwi Juice – è l’estate che si ripete e il suo tempo chiuso nella capsula.
Anche la memoria, in fondo, può essere decantata.
È passato, poi, tutto questo tempo: la capsula si apre e di quella spremuta di sole rimane il delicato perlage del KIUS Pas Dosé di Marco Carpineti. Un calice del Pas Dosé, la musica e lei per scacciare le malinconie del passato ed il freddo dell’inverno, dove si sta un po’ più soli.
D’estate torneremo ad amare, perché ogni momento sia una grande performance, tra modernità e tradizione, tra il soul e la house music, ed ogni amore non sia solamente un loop, una puntina che si muove in cerchio.
Così ci si promettono nuove conquiste, nuovi debutti: e davvero die with a smile (addormentarsi con il sorriso sulle labbra).